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Richiedere la collaborazione degli animali implica importanti motivazioni

La trazione animale, intesa come l'utilizzo della forza fisica degli animali per agevolare il lavoro umano, rischia di rimanere un'immagine sfocata di una foto o un ricordo di quando i nostri anziani lavoravano duramente sfruttando al massimo quello che le bestie della campagna potevano offrire, cavalli, asini, muli, vacche, buoi o cani che fossero... per i bovini ad esempio, si parlava infatti di "animali a triplice attitudine", ovvero da cui si potevano ricavare latte, carne o forza lavoro. Possedere un animale di tali caratteristiche era quindi una ricchezza, ma anche un impegno che nei mesi invernali gravava sulle spalle di chi doveva mantenerlo..

 

Con il passare degli anni e i mutamenti sociali avvenuti, gli animali hanno iniziato sempre più ad assumere un ruolo da compagnia più che da reddito, e l'idea di attaccare un animale ad un attrezzo per lavoro sembrava quasi un inutile supplizio tranquillamente evitabile con l'avvento di macchinari e attrezzature elettriche e a motore.

In realtà, oggi si stà sempre più riscoprendo l'utilizzo della trazione animale come metodo di lavorazione efficiente, in termini ecologici, economici e logistici, in campo agricolo e forestale quando si presentano determinate condizioni. L'animale non viene più visto come semplice forza lavoro per far funzionare un attrezzo, ma diventa un vero e proprio compagno di lavoro, con cui è importante stabilire un rapporto basato sulla fiducia e il rispetto reciproco, rapporto che va costruito con tempo, dedizione e pazienza, ma che una volta raggiunto, arricchisce chiunque lo pratichi.

Le nuove conoscenze sull'etologia degli animali ci permettono oggi di instaurare rapporti di vera e propria collaborazione senza l'uso della violenza e della coercizione, andando a rispettare tutte quelle norme che il buonsenso e la garanzia del benessere animale ci dettano.

Inoltre, sono migliorati anche gli attrezzi utilizzati, che vengono realizzati in materiali più leggeri e resistenti, con accessori intercambiabili sullo stesso portattrezzi che permettono di diversificare e facilitare le operazioni in campo; le bardature si adattano in modo più confortevole al corpo degli animali.

Certo, non possiamo dire che al giorno d'oggi è preferibile un ritorno alla completa trazione animale, ma dobbiamo riconoscere che in alcune situazioni l'utilizzo di questa pratica si integra bene in sostituzione a motocoltivatori o trattori di piccola cilindrata, presentando dei vantaggi che sono riconoscibili anche da un occhio non esperto. Per elencarne alcuni, in ambito agricolo abbiamo un ridotto compattamento del suolo; zero emissioni sulle colture durante le lavorazioni; assenza di vibrazioni e rumori date dagli attrezzi a motore; maggiore velocità nell'eseguire operazioni di sarchiatura, baulatura, erpicatura; possibilità di effettuare un'aratura superficiale di piccoli appezzamenti diminuendo il tempo ed evitando il ribaltamento degli strati di fertilità del suolo; possibilità di accesso in zone impervie dove non è possibile manovrare attrezzi a motore. In tutti questi casi, in condizioni di appezzamenti nell'ordine di un 2 o3 ettari coltivati a ortaggi per esempio, l'utilizzo della trazione animale risulta più conveniente rispetto ad un attrezzo a motore.

 

Ci sono però anche aspetti negativi da prendere in considerazione e che vanno valutati con attenzione prima di intraprendere un percorso in tale direzione: quello che andremo a utilizzare è un animale, ovvero un essere vivente dotato di una sua intelligenza, indole e capacità di interazione che necessitano di una buona predisposizione da parte dell'operatore; ha un limite di sopportazione della fatica che va riconosciuto e rispettato, non è una macchina che si mette in moto e lavora, e quando il lavoro è finito si ritira in garage fino al prossimo utilizzo; ha necessità di essere accudito tutto l'anno, ogni giorno, prevedendo quindi la possibilità di avere un ricovero adatto alle sue esigenze.

 

Nell'ottica di un crescente e necessario ritorno alla terra, di un'economia di sussistenza e su piccola scala, la trazione animale può diventare un valido supporto per le piccole realtà contadine che intendano svincolarsi dalle politiche globali e di dipendenza da energia a combustione.

L'ASCI ha scelto di appoggiare e condividere questo approccio, e lo fa organizzando giornate formative in aziende che già praticano la trazione animale, con momenti di inquadramento teorico e prove pratiche in campo; nel 2014 alcuni suoi soci hanno partecipato al finanziamento per la progettazione di un prototipo di attrezzo per la semina ed il diserbo della soia con piccoli trattori e con la trazione animale.

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