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La storia di un prodotto..

       ..la storia di una scelta

La nostra associazione porta avanti il discorso dell’AUTOCERTIFICAZIONE da diversi anni: ne abbiamo scritto nel numero speciale del "Pagliaio" (il giornalino d’informazione dell’Associazione) di settembre 2003 sul convegno di Volpedo ed in un numero successivo di dicembre 2005 in cui si riassume l’assemblea straordinaria tenutasi sul tema dell’autocertificazione nell’agosto di quell’anno. Nel frattempo anche altre associazioni di contadini si sono organizzate con l’autocertificazione, senza delegare ad enti certificatori.

Abbiamo deciso di aggiornare l’autocertificazione del 2005 perché siamo convinti del forte ed attuale valore pratico di aiuto al mondo contadino e degli spazi, in prospettiva, che questo strumento ci offre.

Ci sono diversi piccoli produttori, per lo più che vendono in loco, direttamente ai consumatori, che pur coltivando in modo biologico non possono dichiararlo pubblicamente ma sono interessati a farlo e ci chiedono una mano in quel senso.

Questo lavoro lo proponiamo prima di tutto alle piccole realtà rurali, che siano esse famiglie o contadini, come un valido strumento che permetta di AUTOCERTIFICARE il proprio metodo di produzione agricolo, senza chimica di sintesi e senza ogm, convinti che chi produce pomodori, farina, formaggio, uova, miele ecc ovvero quei beni primari che alimentano l’umanità, debba avere la libertà di poter dichiarare come opera senza oneri di carattere burocratico o economico, ne va anche della sua dignità di contadino oltre che di individuo! Semmai sia l’agricoltura industriale a certificare la sua lunga e complessa filiera di produzione, quale essa sia. L’autocertificazione che proponiamo va nella direzione di un recupero fiduciario tra produttore e consumatore, per noi valore assoluto, almeno per quel che riguarda le produzioni alimentari di prossimità e lo facciamo attraverso moduli, da compilarsi assumendosene la responsabilità individuale, sufficientemente approfonditi nei punti che affrontano il metodo di produzione, dirimenti da quelli di produzioni con metodo convenzionale. Ma il tutto in un contesto collettivo.

In secondo luogo sono molti i consumatori, individualmente o in modo collettivo (GAS), a richiederci che la fiducia che loro ripongono in noi non debba passare sotto le forche caudine della burocrazia ed ancor peggio dell’interesse economico degli enti certificatori, quali essi siano, disposti a riconoscere un valore aggiunto ad una produzione agro ecologica con ricadute ambientali a beneficio dell’intera collettività.

L’assunzione di responsabilità della propria dichiarazione vuole proporsi come strumento chiarificatore rispetto i possibili furbacchioni ed anche rispetto coloro che un po’ ingenuamente tendono a concepire la propria produzione agricola biologica per il solo fatto che è su piccola scala.

In questo senso vediamo l’autocertificazione anche come uno strumento di indirizzo di metodo, ovvero uno strumento rivolto a partire dai giovani produttori biologici che possono trarre qui spunti sulle possibilità e/o necessità per la propria conduzione agricola senza chimica di sintesi.

Le realtà interessate a promuovere progetti collegati direttamente all’Autocertificazione sono invitati a contattarci anticipatamente. L’iniziativa di presentazione dell’Autocertificazione vuole essere anche un momento di discussione sull’agricoltura in generale, sul territorio, sui consumi del cibo e quanto vi ruota intorno.

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